Ambasciator non porta pena. Uno sfogo che merita ascolto: l'affido tra accoglienza e difficoltà

Doverosa premessa.

TUTTE LE "MISSIVE" CHE ARRIVANO ALLA RUBRICA" CARO GIUDICE" SONO VERIFICATE.

Noi accogliamo e pubblichiamo e se necessario inviamo le famiglie al professionista competente.

 

Quello che condividiamo oggi è lo sfogo di una famiglia affidataria che, come tante altre, ha scelto di aprire la propria casa e il proprio cuore a un* ragazz* in difficoltà.

Ci sono servizi sociali che lavorano con professionalità e dedizione, costruendo percorsi di affido solidi e rispettosi dei bisogni di tutt*, ma in alcuni casi, le decisioni prese sembrano non tenere conto della realtà e della volontà di chi è direttamente coinvolto.

 

Il* minore in questione è vicin* ai 18 anni e sta per uscire dalla tutela dei servizi. Ha espresso chiaramente ai referenti sociali quali siano i suoi desideri e bisogni, anche in merito agli incontri con alcune persone del suo passato, che non vorrebbe vivere con la frequenza imposta. Eppure, invece di  accompagnarl* nel percorso verso l’autonomia, le decisioni continuano ad arrivare dall’alto, senza un reale confronto.

 

Le famiglie affidatarie non vogliono sostituirsi a nessuno, ma nemmeno essere spettatrici di un processo che dovrebbe mettere al centro il benessere del* ragazz*. È doloroso vedere che, proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di stabilità e ascolto, si trovi invece a dover affrontare imposizioni che rischiano di minarne la serenità.

Non è una battaglia contro i servizi, ma una richiesta di maggiore attenzione e rispetto per i percorsi individuali di ogni minore.

L’affido è accoglienza, non imposizione.

L’accompagnamento all’autonomia non può essere gestito senza dialogo. Ascoltare chi vive queste esperienze da dentro, che sia un* affidatari* o un* ragazz*, è il primo passo per migliorare il sistema e costruire percorsi davvero giusti e rispettosi.

 

Ecco cosa ci scrive un* affidatari* sicuramente in un momento di forte dispiacere e frustrazione per l'impotenza di non poter fare nulla e sicuramente quello che scrive è dettato dal momento di sconforto. Sono parole forti , dure,  noi abbiamo deciso di pubblicare perchè è giusto che le fatiche dei sinedie vengano ascoltate.

 

Siamo stanchi di vedere famiglie affidatarie che, pur con il cuore aperto e il desiderio di dare una casa e amore a un bambino, si trovano costantemente a dover difendere la propria famiglia dai servizi sociali. La situazione è insostenibile: chi accoglie un minore in difficoltà spesso finisce per dover lottare contro un sistema che invece di tutelare i bambini, scredita e danneggia le famiglie affidatarie con relazioni false e ingiustificate, scritte da chi non ha nemmeno il coraggio di guardare negli occhi i genitori affidatari. La verità è che molte famiglie affidatarie si trovano a combattere contro un sistema che non protegge i minori come dovrebbe. Le falsità scritte nei rapporti che arrivano ai tribunali non solo minano la stabilità e la serenità delle famiglie che, in buona fede, accolgono bambini in difficoltà, ma danneggiano anche i minori stessi, che si ritrovano in un limbo burocratico dove il loro benessere non è la priorità. Non è giusto che chi accoglie un bambino con amore e sacrificio si trovi a combattere contro un sistema che dovrebbe supportarli e aiutarli a crescere insieme. Molti, purtroppo, dopo esperienze simili, decidono di rinunciare all’affido, mentre altri, pur volendo accogliere, non riescono a farlo per paura di subire ulteriori danni da un sistema che sembra più preoccupato del proprio potere che del bene dei bambini. La domanda è: non ci sono famiglie affidatarie oppure ci sono servizi sociali incompetenti? In ogni caso, il sistema non sta proteggendo i minori come dovrebbe, ma sta distruggendo quelle famiglie che, con grande coraggio, si offrono di prendersi cura di loro. È ora di dire basta. È ora che le istituzioni si assumano le loro responsabilità e agiscano nel vero interesse dei bambini e delle famiglie affidatarie. Non possiamo più permettere che il sistema continui a fallire i più vulnerabili tra noi. 

 

 

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