
Noi siamo una famiglia accogliente abbastanza numerosa ,a volte ci viene chiesto perché anche se abbiamo già un tot di figli vogliamo ancora accogliere, io rispondo sempre che se mio marito mi regalasse l'ennesimo brillante dopo avermene regalati altri non mi offenderei e visto che i figli sono diamanti preziosi ognuno con sfaccettature diverse che li rendono unici non credo dirò mai basta.
La nostra famiglia ha iniziato ad ingrandirsi ormai 12 anni fa quando è arrivato il nostro primo figlio in adozione nazionale, era già considerato grandicello perchè aveva 9 anni , il nostro tesoro Z. desiderava tanto una famiglia ma temeva di essere ormai troppo grande per cui scriveva letterine alla sua giudice dicendo: "giudice lo so che sono già grande ma ti prego trova una famiglia anche a me, " lui era il piu' grande di 5 fratelli e sono stati adottati tutti in famiglie diverse.. quando ha iniziato a veder partire i piu' piccoli per lui è stata dura, aveva sempre cercato di proteggerli facendosi piu' grande anche se era un pezzettino magro magro e alto 1,18 metri a 9 anni ma per i fratelli era il punto di riferimento a cui appoggiarsi. Che emozione ancora oggi riportare alla mente questi ricordi, quando la giudice ci disse di prenderci un caffè per pensare bene prima di dare risposta dopo averci elencato le difficoltà che avremmo potuto incontrare .. all'unisono rispondemmo ma non importa che ci pensiamo! siamo decisi! Anzi per noi potremmo prendere anche tutti i fratellini per non dividerli, ma la decisione di separare i fratellini era già stata presa per diversi motivi. Noi ci bevemmo quel caffè e poi tornammo piu' decisi che mai tra lacrime di gioia e incredulità... stavamo per diventare mamma e papà, non lo conoscevamo ancora, il nome era un dettaglio che non avevamo nemmeno memorizzato, non sapevamo il colore della pelle .. se ci avrebbe voluto subito o se all'inizio ci avrebbe respinti ma era nostro figlio.
Finalmente arrivo' il giorno del primo incontro, io sempre ritardataria quella mattina nonostante i tanti chilometri riuscii ad arrivare in abbondante anticipo, camminammo avanti e indietro tante volte davanti il portone della comunità sperando di intravedere una faccina dalle finestre, ma niente, più avanti scoprimmo che le finestre che guardavamo erano stanze di servizio e che il nostro principe stava preparandosi al meglio per conoscerci, poi finalmente arrivo' l'assistente sociale e ci fecero entrare,il nostro primo diamante ci corse incontro chiamandoci mamma e papà.. era bellissimo .. il bambino piu' bello che avessimo mai potuto desiderare.. e in quel primo abbraccio fu amore per sempre .
Ora il nostro bimbo è un ragazzone di 21 anni, abbiamo faticato con la scuola, è stata dura recuperare lacune ed esperienze mancate.. abbiamo condiviso fardelli molto pesanti.. il suo passato è diventato parte di noi, abbiamo condiviso l'ansia iniziale di non poter vedere i fratelli nè sapere come stavano.. la gioia di incontrarci tutti e di diventare noi zii dei suoi 4 fratellini.. acquisendo le rispettive famiglie come la nostra famiglia allargata.. e siamo orgogliosissimi del bravo ragazzo che è diventato nonostante i tatuaggi che ci fanno arrabbiare.. adesso lavora, ha la sua fidanzata e pesa a costruire la sua bella famiglia.
Dopo poco piu' di un anno arrivò una convocazione dai carabinieri, pensavamo ad una multa, ma quando arrivammo il maresciallo ci chiese: allora vi danno un bambino? Non ci credevamo.. eravamo già stati tanto fortunati.. che chi avrebbe detto che sarebbe capitato ancora? e invece si... c'era scritto convocazione per proposta affido minore, per noi fu gioia infinita.
Contattammo il tribunale per capire se avessero appreso che avevamo già un altro bimbo e la cancelliera ci rispose che visto che ne avevamo uno non ci sarebbe mai stato dato il secondo e di non andare neanche a perdere tempo.. però dopo averci un pochino pensato e non accettando questa amara risposta.. scrivemmo al tribunale che noi saremmo andati.
Arrivò il giorno della convocazione e nessuno ci chiamava.. a un certo punto vedemmo uscire tante coppie con dei giudici da una stanza e facendoci coraggio chiedemmo se avendo già un bimbo ci avessero esclusi.. la giudice rispose subito che non ci avevano escluso ma non sapevano come chiamarci perchè non avevano il nostro fascicolo. Il nostro primo figlio vestito di tutto punto come piaceva a lui con la cresta ingelatinata ai capelli, bello piu' del sole... innammorò la giudice che ci disse .. "ma guarda te come si è inserito questo bimbo dopo appena un anno in famiglia.. " e si mise a parlarci del nostro secondo figlio.. era un bambino di 10 mesi, anche lui considerato special need perché a rischio evolutivo data l'esposizione materna .. io non ci credevo che ci avrebbero dato la possibilità di diventare genitori di un bambino così piccolo con problematiche possibili ma non gravissime.. tanto è vero che mi davo da fare a dire che se non potevano darci lui per noi andavano bene anche bambini con problemi maggiori... e la giudice alla fine mi chiese: "scusi signora, ma cosa ha lei contro questo bimbo?" e io risposi: "nulla, ma sarebbe troppo bello averlo.. non credo che sceglierete noi.." e invece .. così fu . IL piccolo N. ci aspettava in una famiglia ponte, due ragazzi fantastici che lo hanno amato infinitamente. Quando li abbiamo conosciuti ci sembrava di far loro un torto a portarglielo via e ci sentivamo quasi in colpa.. loro invece facevano di tutto per farci sentire tranquilli e non dare a vedere il dolore del distacco. Ci hanno insegnato le ninne nanne preferite, le pappe che adorava e quelle che non gli piacevano.. ci hanno aiutato a fargli il bagnetto e preparato perché io facessi il taglio delle unghie.. tante piccole cose per far si che il bambino si affidasse gradualmente a noi senza sentire lo strappo.
I giorni dell'avvicinamento sono stati solo 3, ma in quei tre giorni si è creato un grande legame tra noi 4 adulti e i bambini, noi abbiamo acquisito oltre che il secondo figlio due fratelli e i bambini avranno i loro zii per sempre .. periodicamente ci incontriamo e soprattutto ci vogliamo tutti un gran bene.
Il nostro piccolo N non ha subito strappi, non ha buchi affettivi ed ha un'affettività straordinaria.. Il rischio evolutivo si è concluso con difficoltà scolastiche e attentive che richiedono impegno .. per il resto è un bimbo di quasi 12 anni bello, allegro, sensibile... straordinario che amiamo infinitamente anche quando combina marachelle.
Circa 4 anni dopo, nel 2017 è arrivata I., una bambina di 7 anni in affido, doveva essere un sine die. I. inizialmente non ci voleva, aveva vissuto in casa comunità con la sua mamma fino a poco prima ed era arrabbiata perchè non capiva o rifiutava di accettare il motivo dell'allontanamento. Poi pian piano grazie alla mediazione dei nostri figli, soprattutto N che farebbe innamorare anche i sassi, si lasciò agganciare... inizialmente diceva di venie con noi perchè c'era N, ma si puliva i baci e non si lasciava avvicinare neanche per legare i capelli, per mio marito fu piu facile ma io avevo la colpa di essere vista come l'antagonista della sua mamma per cui ho dovuto pazientare parecchio prima di poterla abbracciare. Nonostante questo con il tempo ci aveva lasciati entrare nel suo cuoricino.. non riusciva a chiamarci ne mamma e papà e neanche per nome o zio zia... da una parte voleva sentirsi figlia dall'altra per lei era complicato ammettere a se stessa che qualcosa non era andato nella sua famiglia biologica tanto da dover avere genitori affidatari.. le cose però erano migliorate nel tempo .. noi la avevamo amata con le sue fragilità, avevamo affrontato tanti scogli ma ormai per noi era figlia pur sapendo che il suo cuoricino qualche dubbio ce l'aveva.. comunque quando parlava del suo futuro ne parlava pensandosi con noi.. Ci fu un momento che il tribunale ci chiese se volevamo adottarla e noi avevamo detto di si, lei sembrava esserne felice, poi venne deciso di rimandare eventualmente più avanti e invece ampliare gli incontri con il papà biologico.. inizialmente lei non voleva.. poi ha accettato .. una volta è stato deciso di mandarla a casa del papà una settimana intera.. e da allora è esploso il dramma.. la bimba si è destabilizzata tantissimo, contemporaneamente stava per nascere una sorellina dalla parte del padre con la nuova compagna.. ha iniziato a dire che se la sorellina poteva stare con suo papà significava che poteva starci pure lei e lei questo voleva.. Alla fine l'affido si è purtroppo concluso con un rientro parziale in famiglia biologica , speriamo che stia bene e che possa presto realizzare il suo sogno di tornare definitivamente dal papà..
E' stata dura.. non avremmo voluto finisse così.. in questo progetto qualche errore è stato commesso.. il dolore è stato tanto.. l'affido nasce almeno teoricamente per poi finire e questo va bene.. ma la conclusione dovrebbe essere studiata prima, facilitata, resa dolce e non creare ulteriori ferite.. e soprattutto al centro del progetto dovrebbe essere sempre il supremo interesse del minore .. purtroppo viviamo in un mondo imperfetto.
Negli anni abbiamo fatto anche un corso per diventare famiglia ponte con l'associazione m'ama dalla parte dei bambini che si occupa di sostenere i servizi nella ricerca delle famiglie per Bambini considerati incollocabili per disabilità o perchè grandicelli o per fratrie..
Nel 2019 è arrivato tramite l'associazione M'Ama l'appello di un bambino con bisogni super speciali, era un appello per adozione ma nessuno si candidava, era troppo grave con tracheotomia e peg.. noi allora ci siamo candidati come famiglia ponte, io faccio il medico è le problematiche sanitarie non mi preoccupavano troppo. Abbiamo fatto colloquio in tribunale .. poi è passato più di un mese e non ci chiamavano.. quindi io cominciavo a pensare che avessero scelto qualche altra famiglia.. ma no,, poi la telefonata è arrivata e come tutte le volte quando arriva un figlio sano o malato che sia.. ti senti fortunato per essere stato scelto.. perchè ogni figlio è un grande dono che sia per tanto o per poco tempo. A doveva stare con noi per qualche mese, il tempo di rimetterlo un pochino in sesto e trovare la famiglia adottiva. A. è arrivato da noi che aveva 9 mesi passati interamente in una sub intensiva. A. è un bambino che al tempo era ed ancora viene considerato gravissimo.. ma nonostante la disabilità a casa ha fatto incredibili miglioramenti e progressi e adesso non è più lo stesso bambino. Il tempo è passato, la famiglia adottiva non è arrivata, nel frattempo noi lo abbiamo amato infinitamente ed è diventato parte della nostra famiglia, i nostri figli hanno imparato tutti a gestirlo, Z ha anche fatto il corso caregiver per poterlo assistere in autonomia. La fatica maggiore con A non è gestire le sue difficoltà ma gestire il mondo intono che non è fatto per essere veramente inclusivo e ogni cosa diventa spesso una lotta per far rispettare un diritto primario.. per esempio andare a scuola con la tracheotomia è stata una lotta all'ultimo sangue, abbiamo dovuto farci aiutare da un avvocato dell'associazione e lottare mesi e mesi .. poi finalmente con gran stupore di tutti A a scuola c'è andato e se l'è pure goduta tutta.. è stato accolto da compagni che lo adorano, maestre e care giver scolastica che lo amano e si commuovono per i suoi progressi che sono anche miracoli .. inutile dire che i suoi miglioramenti che non sono mai scontati ci illuminano di immenso ogni volta donandoci immensa felicità e ripagando 1000 volte degli sforzi fatti.
Circa un anno e mezzo fa sono arrivate nella nostra famiglia, sempre con appello d'urgenza di M'ama dalla parte dei bambini, anche altre due bimbe: A di 14 anni e N di 18 mesi. Il martedì sera abbiamo ricevuto la telefonata del servizio e il giovedì mattina siamo andati a prenderle, tanto che mio marito quasi pensava che avessi deciso da sola senza chiedergli il parere tanto gli sembrava strano così poco preavviso.. Quando le abbiamo conosciute erano due pulcini impauriti.. la piccolina aggrappata alla sorellona, accolse le mie braccia tese per venirmi in braccio.. forse le era piaciuto il regalino che le avevamo portato: un cagnolino con guinzaglio che abbaiava. A. che diceva sempre per favore e grazie .. doveva ancora prendere confidenza.. Inizialmente pareva ci fosse un programma di rientro dalla mamma a breve.. poi sono emerse altre criticità percui per ora il rientro non c'è stato e non si sa di preciso quale sarà il loro progetto definitivo..
A all'inizio scappava , diceva di volersene andare ma forse era un modo per vedere se la andavamo a recuperare.. la sorellina la lasciava da noi però dicendo "abbiate cura di lei.. ". E' stato difficile nel prolungarsi dell'affido costruire e modificare regole che non c'erano .. i contatti telefonici continui con la mamma biologica hanno creato non poche criticità.. ma del resto inizialmente pareva dovessero tornare da lei quindi erano contatti che andavano mantenuti.. e del resto si controlla male il cellulare di una ragazzina di 14 anni che si è trovata immediatamente catapultata in una famiglia con regole che poco o niente condivide. Poi A ha iniziato a dire che non vuole andarsene ... Quest'anno sono iscritte entrambe a scuola a Lucca N sta crescendo con noi .. non ci sono allo stato attuale progetti diversi dalla nostra famiglia per loro a quanto sappiamo .. a questo punto il ruolo della nostra famiglia non è più un ponte, ma una affido quanto meno a medio termine.. percui cosa fare quando N chima mamma e papà ? direi che non possiamo far altro che rispondere e comportarci da mamma e papà.. poi se il progetto cambierà nuovamente quando lo sapremo cercheremo il modo giusto per spiegarglielo.. Ma fino a quel momento noi saremo felicemente i loro genitori
La nostra è una famiglia dove non ci si annoia, a volte ci si innervosisce, corriamo, a volte si fa triage lasciando indietro le cose meno prioritarie, tipo stirare o tingersi i capelli ma per lo più è una famiglia felice.. e il bilancio giornaliero è sempre in positivo perchè quando vediamo i nostri figli che raggiungono piccoli grandi obiettivi , sono sereni, alleggeriscono fardelli, si confidano e si appoggiano e aiutano compensandosi anche tra fratelli, quando vediamo che anche i nostri figli stanno sviluppando dentro di se la cultura dell'accoglienza , della fratellanza che va oltre i cromosomi.. quando li vediamo costruire legami affettivi significativi e scegliere strade positive per le loro vite o superare scogli prima creduti insormontabili.. tipo imparare a deglutire finalmente la gelatina... ragazzi queste sono cose che ti fanno toccare il cielo con un dito.
Abbiamo affrontato il dolore di una figlia che non ha più voluto esserlo e lo ha manifestato bruscamente, si poteva fare di più? Probabilmente tutti gli adulti coinvolti avrebbero potuto fare qualcosa in più. Abbiamo fatto il meglio che abbiamo potuto, è stato utile? Non so, forse qualche seme alla fine è stato gettato e magari con il tempo fiorirà, lo speriamo.. in ogni caso le auguriamo di trovare la dimensione che possa farla stare meglio possibile.
I progetti di affido in casa nostra non sono mai quelli che sembrano all'inizio, questo lo abbiamo capito , ma non importa, i figli non sono una proprietà, è giusto che una volta rafforzate le ali ogni figlio prenda la sua strada.. l'obiettivo non è che restino, l'importante è costruire una relazione affettiva significativa che resta a prescindere e che nutre noi e loro.
In ogni caso le nostre porte restano aperte ad eventuali ulteriori diamanti.
Scrivi commento