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Affido Ponte: Illusioni e Disarmonie - Aspettative deluse e frizioni nella relazione con la "Mamma Ponte"

Sono la mamma adottiva di un figlio che è stato per qualche tempo in una famiglia affidataria, una famiglia che i servizi chiamano famiglia  "ponte".

Il mio bambino dalla nascita al nostro abbinamento è stato con loro, poi siamo arrivati noi.

 

Quando ho incontrato la famiglia Ponte, avevo la speranza che sarebbero diventati persone che avrebbero continuato a far parte della nostra vita come amici, perché no?

Inizialmente sembravano persone piacevoli.

Io, non avendo più mia madre, pensavo che forse avrei trovato in questa "mamma Ponte" una figura a cui chiedere consigli, con cui confrontarmi riguardo a questa nuova fase della mia vita con il mio bambino.

 

Quasi subito ho iniziato a notare atteggiamenti di controllo da parte dell'affidataria. Sembrava intenzionata a darmi poco spazio per aiutarmi a diventare mamma e a conoscere il mio bambino.

Ad esempio, durante la fase di addormentamento, il bambino dormiva solo con lei. Con mio marito aveva iniziato a dormire, ma con me no, perché quando era il mio turno, lei lo teneva sempre in braccio e io restavo seduta a guardare. Mi diceva frasi del tipo: "Se non ci riesci, non importa, tanto lo fa il babbo."

Ecco lei verso mio marito era più serena ma verso di me no.

Situazioni e frasi e comportamenti così avvenivano quasi sempre .

Quando gli incontri avvenivano a casa nostra ed il bimbo  già stava da noi e loro dovevano continuare a venire ogni 10 giorni, li lasciavo soli dando delle cose da fare  per mio figlio. Per esempio chiedevo di  portarlo a dormire nel suo lettino e mettergli delle creme sul sederino perchè arrossato.

Puntualmente quando tornavamo  lei aveva fatto dormire il bimbo  abbracciato a lei sul divano e le creme non gliele aveva messe  perchè riteneva che non andavano bene. Mettendo in dubbio il mio operato da mamma che ero andata dalla pediatra e mi erano state prescritte.

E tutto così, mi sentivo sminuita nel mio ruolo di mamma.

Poi il culmine è stato quando si è opposta alla diminuzione delle visite regolate da assistenti sociali e psicologa  che ci seguivano, ha persino tirato in ballo il tribunale per i minorenni, screditando il lavori dei servizi e creando non poco disaggio in me che stavo diventando mamma e non mi sentivo serena. 

Da lì iniziò tutta una serie di contatti in privato a mio marito e non più nel gruppo che avevamo insieme perchè voleva chiedere in continuazione video e foto  .

Ed io ho vissuto male tutto questo perché in un momento dove volevo vivere questa nuova vita in tre,  mio figlio, mio marito io,  ero invece costretta a mandare e condividere ogni nostro nuovo momento con loro .

Uso il termine  costretta perchè mio marito a quel tempo era stato abbastanza plagiato da lei, nel senso che tra le righe lei ci faceva capire che aveva contatti di amicizia col giudice  e si può intuire   che mio marito  si sia spaventato. Pensava  che se lei non fosse stata assecondata avesse poi potuto provare a mettere in dubbio noi come genitori adottivi , visto che era ancora tutto in ballo noi abbiamo vissuto mesi di ansia perchè lei tra le righe minacciava questo.

 

Finalmente, dopo aver parlato con i servizi, siamo riusciti a interrompere e chiudere i contatti con loro. Mio marito, infatti, un giorno andò a far visita alla famiglia Ponte per chiarirsi e lì si sentì dire frasi pesanti. Gli dissero che, come padre, avrebbe dovuto rispondere alla bambina del fatto che loro non fossero più presenti nella sua vita. Inoltre, venne fuori che lei aveva tenuto per sé alcuni oggetti che la madre biologica della bambina le aveva lasciato, e che questi avrebbero dovuto essere consegnati immediatamente a noi.

Ora sospettiamo che lei abbia altri oggetti nascosti, poiché fece un discorso strano a mio marito, dicendo che tanto poi in futuro glieli avrebbe dati lei.

E qui noi ci siamo sentiti presi in giro da una donna che avrebbe voluto utilizzare la storia della bambina x poi in futuro contattarla con la scusa di avere oggetti di sua madre biologica.

 

In aggiunta a ciò, quando non eravamo più in contatto direttamente, mi fece contattare da un'amica tramite il profilo della mia palestra. La richiesta era sorprendente: voleva venire ad allenarsi nella mia palestra! Questo mi ha fatto sospettare ulteriormente sul suo intento. Come poteva pensare di frequentare la mia palestra, anche vivendo a chilometri di distanza?

Ho subito intuito il suo piano: avvicinare l'amica per poi utilizzarla come tramite per riavvicinarsi a mio figlio.

 

Un giorno, parlando apertamente con lei e esprimendole chiaramente il mio disagio per i suoi atteggiamenti verso il bimbo, mi misi a piangere. Lei, molto scaltra, mi rispose: "Non ti preoccupare, se non vuoi continuare questi incontri, li farà il babbo".

Anche in quell'occasione cercò di escludermi, pensando di poter continuare ad avere rapporti con mio figlio e che sarebbe stato solo mio marito a portarlo da lei.

Il suo comportamento era astuto e manipolativo, probabilmente perché mi considerava una giovane vulnerabile a causa della situazione che stavo vivendo. Tuttavia, le cose non sono andate come pensava, perché ho capito tutto fin dall'inizio. Era evidente la sua difficoltà nel separarsi dal bambino e nel riconoscermi come madre, mettendomi sempre da parte e non considerandomi mai tale.

Ero arrivata al punto che, ogni volta che sapevo che li avrebbe visti, provavo una forte ansia e stavo davvero male.

Ci sono stati molti episodi simili durante i nostri incontri. Mi sentivo sempre messa in disparte e, di conseguenza, riuscivo a legare poco con mio figlio, che avrebbe dovuto percepirmi in modo diverso. Lei mi metteva in difficoltà, mentre mio marito era agevolato: si comportava come se fosse lei la madre.

 

Un altro episodio accadde alla festa del mio bambino. Con tanti testimoni presenti, tra familiari ed amici, era evidente che loro si prendevano continuamente il mio bimbo, tenendolo in braccio e facendosi toccare i capelli in un gesto intimo che non avrebbero più dovuto permettere. In quell'ambiente, dove c'era la sua famiglia – i nostri familiari – notavano questi due che si comportavano in modo inappropriato.

A un certo punto, ho visto il compagno che portava di corsa il bambino da lei. Sono corsa dietro di lui e ho subito tolto il bambino dalle sue braccia. Lei, davanti a tutti, mi disse arrogantemente: "Guarda che secondo me ha fame". Le risposi: "Sono la mamma, lo so io quando deve mangiare!".

Sentendosi a disagio, perché non le ho più permesso di avvicinarsi, se ne sono andati. Solo allora ho iniziato a rilassarmi alla festa, perché fino a quel momento ero tesa vedendoli sempre cercare di tenere il bambino con loro e non con la sua famiglia – zii, cugini, nonni, ecc.

 

Ho un brutto ricordo di questa situazione e di questa persona che sapeva parlare e camuffarsi bene da brava persona.

Quando tutto questo è finito e ho ritrovato una certa serenità sapendoli fuori dalla mia vita, tutto è cambiato. Anche il rapporto con il mio bambino è migliorato, perché finalmente mi sentivo la sua mamma e lui lo ha percepito.

Ora siamo innamorati l'uno dell'altra ❤️.

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