È vero non siamo tutti uguali.
Si deve rispettare la particolarità di ognuno, accettarne i punti di forza ma anche quelli deboli.
In ciò in cui è debole qualcuno, sei forte tu e viceversa.
Ma in quello che è considerata una mia forza non comprendo perché non debba esserlo anche per qualcun altro.
Cosa ci vuole ad aiutare i più deboli? Cosa ci vuole ad accogliere un bambino? Non è forse quanto di più bello ci sia al mondo dare amore ed essere generosi?
Eppure … nel mio contesto sociale non ci sono tante persone disposte a farlo e questa cosa mi lascia ogni volta senza parole, rendendomi incapace di comprendere a fondo queste non scelte.
I più a dirmi: ‘quanto sei brava’ e qualcuno a dirmi: ‘ma tu sei matta’ .
Non so quale sia il fastidio più forte.
Io so solo che ‘posso farlo’ e lo faccio finché la mia malattia me lo consentirà.
In questo ultimo anno da oncologica ho imparato a connettermi con me stessa, con le mie paure più profonde.
La paura del dolore, della morte, del nulla.
Ho rafforzato le mie strategie per andare avanti, spostare l’attenzione su altri pensieri per non soccombere nei miei cadendo nel panico e nella non lucidità.
Ora sono pronta ad accogliere bambini con le mie stesse prospettive di vita.
Ora e solo ora sento che posso farlo.
Ascolteremo la musica, ci scalderemo al sole, faremo qualche passeggiata nella natura, godremo dei miei animali sempre così accoglienti verso chi passa da casa nostra. E ti bacerò bambina mia, che sei nata tre mesi fa e nessuno ancora ti ha fatto conoscere il calore di un bacio.
Insieme vivremo le giornate, senza tempo e senza paura.
Ti aspetto, fra un’ora sarai qui, con tutti i tuoi tubicini, le bombole, il saturimetro, l’aspiratore.
Porta tutto con te, niente ci spaventerà. Ti aspettiamo.
Una Mamma (affidataria)
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