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Eravamo considerati una "incredibile risorsa"...

 

Uno dei miei figli ha ricevuto 20 rifiuti in abbinamento...L'altro non è stato neanche mai proposto perchè si pensava non fosse collocabile.

Sono arrivati da noi che erano considerati già grandi (7 anni) e abbiamo avuto la netta sensazione che i servizi ci percepissero come qualcuno che gli stesse facendo un favore.

 

I nostri due figli sono certificati come gravemente disabili.


Eravamo considerati una "incredibile risorsa", e abbiamo scoperto poi che per molti burocrati questo non significava che avevamo i requisiti per poter garantire ai bambini il miglior percorso verso l'autonomia, ma che eravamo un risparmio di tempo, soldi e carte da compilare per il sistema che ci ha letteralmente mollato a casa due minori gravemente compromessi, la cui disabilità era l'ultimo dei problemi, in entrambi i casi senza dirci tutto della loro storia.


Sono stati anni d'inferno (ci ho pensato bene prima di usare questa parola, ma è esattamente quella che rappresenta quello che abbiamo passato). 

Siamo stati lasciati da soli, siamo stati perfino ostacolati quando chiedevamo a gran voce quello che spettava ai nostri figli (questa cosa di chiedere piani educativi individualizzati e un progetto di vita che portasse all'autonomia era vista come la visione di folli incapaci di accettare la realtà): perchè ci ostinavamo a rompere le scatole e a non voler semplicemente parcheggiare i bambini in qualche scuola o in qualche centro come fanno tutti? I pochissimi professionisti incontrati nel nostro cammino che hanno intuito il potenziale dei ragazzi, che sono riusciti ad andare oltre la diagnosi o che anche solo hanno per etica professionale deciso di crederci, hanno agito come noi in completa solitudine e contando solo sulla propria iniziativa personale...

Dopo questa desolante premessa però arriva questo giorno:

Arriva il giorno in cui dopo più di dieci anni di guerre (lotte è riduttivo), di botte prese e date, di articoli sui giornali, di denunce, di bandiera bianca mai alzata, uno dei miei figli sarà insignito di una onorificenza per i traguardi ottenuti nel percorso formativo (dopo una esperienza scolastica TERRIBILE) e l'altro è stato scelto tra tutti i compagni per produrre del materiale informativo per il nostro comune di appartenenza (con tanto di cerimonia di ringraziamento per l'eccellente lavoro svolto).

Ora alcune considerazioni andrebbero fatte. Le dovrebbero fare in primis i servizi e i tribunali, ma anche le famiglie.

La prima che mi viene in mente è che due cittadini che sono nati nel disagio sociale e nell'inefficienza del sistema con un percorso che sembrava destinato a vederli a carico del sistema a vita, hanno avuto invece la possibilità di dimostrare che se viene data una chance, ognuno può dare il suo contributo e aspirare alla maggiore autonomia possibile.

La seconda è che non serve trovare eroi missionari che si immolano alla causa del sopperire alle gravi carenze del sistema lasciandoli poi soli a raccogliere i cocci di una società disgregata, serve un cambio culturale che accolga le criticità per accompagnarle nel percorso di vita, serve competenza, servono progetti, serve supporto.


I nostri figli sono la dimostrazione che tutto è possibile. Che non importa quanto tutto sia cominciato in salita, ad un certo punto spiana.

La spianata per noi è arrivata dopo montagne russe pesantissime, e soprattutto dopo l'accettazione che nessuno salva nessuno, ognuno di noi può solo accompagnare l'altro alla presa di responsabilità e al riconoscimento del valore in quanto essere umano, meritevole di contribuire al vivere sociale secondo le proprie possibilità.

Abbiamo dovuto accettare i muri non superabili e trovare altre strade. Abbiamo dovuto accogliere i limiti (molto spesso indotti dalle terribili esperienze di vita) e puntare sulle risorse rimaste. 


Vorrei pensare alla nostra esperienza come un messaggio di speranza, ma da persona oggettiva quale sono, penso che tutto questo poteva essere evitato a noi e a loro. Tutta la sofferenza attraverso cui loro prima e tutti noi insieme siamo passati, poteva essere evitata attraverso una tutela minori più efficace, più celere, più attenta. Poteva essere evitata attraverso un supporto post adozione più mirato. Poteva essere evitata attraverso una scuola realmente accogliente, non accogliente solo sulla carta delle proposte formative e dei convegni antibullismo. Poteva essere evitata con la messa a disposizione di professionisti capaci in un numero sufficiente a far fronte all'emergenza dell'età evolutiva.

Vorrei che la nostra storia fosse usata come base di partenza di una serie di considerazioni per un cambio di rotta che deve sempre di più porre l'attenzione alle necessità degli elementi più fragili del nostro sistema sociale, senza scaricare il problema rinchiudendolo tra le mura delle comunità o dei centri, o peggio, senza scaricarlo in famiglie che poi vengono lasciate sole, rischiando per questi ragazzi il rifiuto più dannoso: quello del reso o del fallimento adottivo.

 


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